Care Mandiane, Mandiani,
avventori occasionali, friulani DOC, Milanesi purosangue e ARIUS, rullino le trombe e squillino i tamburi, cioè, ehm, rullino i tamburi e trombino le squillo, cioè RULLINO I TAMBURI E SQUILLINO LE TROMBE, attenzione attenzione è arrivato un piatto praticamente introvabile e delizioso:
La Sopa di Civolas a la Cjargnela, zuppa di cipolla alla Carnica, con Cipolle bianche , formaggio di latteria Carnica, fresco e mezzano , Tocai , olio extra vergine d'oliva , crostini di pane casereccio tostato serviti a parte. Alcune ricette prevedono anche la presenza, nella zuppa, della pancetta affumicata di Sauris che noi utilizziamo invece solo per insaporirla, in questo modo la Sopa risulta più leggera.
Servita nelle nostre ciotole in ceramica per mantenere meglio (meglio della terracotta) calore e sapore e poi... anche perchè, anche l'occhio vuole la sua parte!
Abbinamento? Ottimo il nostro REFOSCO sfuso oppure, per chi si vuole veramente viziare, una bottiglia di REFOSCO DOC della tenuta Il Roncal di Cividale del Friuli.
Ed ora.... ecco a voi
.........soupe à l' oignon gratinèe à la parisienne......
.........soupe à l' oignon à la lyonnaise......
......ma ci faccia il piacere!!! .......(direbbe Totò)
Negl' anni '25 / '30 ca , un giovane Carnico , partì per le terre Galliche in cerca di lavoro e fortuna .
Una tradotta d' infimo ordine lo portò oltralpe , aveva con se , per sostentarsi lungo il viaggio, un "quadrello" di "panseta fumada"(pancetta affumicata), un quarto di forma di formaggio di latteria Carnico ed una pagnotta di "pan di cjasa"(pane casereccio) .
Il viaggio fu lungo e triste , l'abbandono del tetto coniugale e della terra natìa , gli provocarono un blocco allo stomaco che gli impedì di consumare le poche provviste che portava nel tascapane.Giunto a destinazione , trovò dei compaesani che già da qualche tempo si trvavano in quel luogo.
Ci fù una gran festa , egli mise a disposizione dei compagni , le scarse derrate alimentari in suo possesso per far loro ricordare i sapori ed i profumi della terra madre . Erano alquanto numerosi , cosicchè , fu deciso di aumentare il volume del cibo aggiugendoci delle cipolle onde poter soddisfare tutti gli astanti . Le cipolle furono messe in un' enorme pirofila e fatte "appassire" con del "pinot blanc" ( il TOCAI, lì , era sconosciuto) dopodicchè , la pancetta fatta a dadini fu aggiunta alle cipolle con lo scopo d'insaporirle , il "pan di cjasa" tagliato a dadini e tostato .
Cotte ed insaporite, le cipolle vennero poste in ciotole di terracotta, il formaggio di latteria tagliato a scaglie sottili e posto sopra la zuppa , vennero messe in forno allo scopo di "gratinare" il formaggio . Venne servita ai commensali che la coprirono coi crostini di pane prima d'assaporarla ed ebbe un successo strepitoso . Lo slogan "mangjaa e murii " (mangiare e morire) naque lì.
Quel giovane, protagonista di questa storia , trovò lavoro ma non fortuna , ritornò al paese dopo qualche tempo, alla sua casa ed alla sua famiglia, dopo svariati anni , quasi per caso, nacqui io (ma guarda un po' ....a volte..... il destino !!)
A questo punto , voi che leggete, dovete dire "non è vero ma ci credo" , grazie , a parte il romanzo della "zuppa" , il resto è vero .
Ma , la zuppa di cipolle, è il piatto più "mangiato" al mondo perchè è quello più "povero" ed ha milioni di versioni perchè ognuno cerca d'arricchirlo con quel che può permettersi .
La nostra "SOPA di CIVOLAS à la CJARGNELA" (zuppa di cipolle alla Carnica) è così "ARRICCHITISSIMA".
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